di Fabio Orrico
Con Deviati Matteo Zattoni, poeta forlivese, autore di tre raccolte (Il nemico,Il Ponte Vecchio, 2003; Il peso degli spazi, LietoColle, 2005 e L’estraneo bilanciato, Stampa2009, 2009) compie il passo che separa la sua poesia, tersa e insieme densissima, alla prosa. Deviati raccoglie infatti nove racconti che mi pare guardino a certa letteratura russa. Uomini e donne del sottosuolo, spesso e volentieri parlanti in prima persona e ognuno alle prese coi propri demoni. Il libro di Zattoni è anche un catalogo del disagio contemporaneo e se molti suoi temi, proprio in questi giorni, salgono alla ribalta della cronaca (dal bullismo alla discriminazione di genere) sarebbe sbagliatissimo leggere questi racconti in una prospettiva esclusivamente sociologica. Qui si tratta soprattutto di indagare le radici del male e Zattoni lo fa con dolorosa competenza, senso morale e assoluta padronanza della forma racconto, tanto che, una volta iniziato, risulta impossibile chiudere il libro senza aver terminato la lettura.